Nel nostro viaggio nel mondo dello streaming, abbiamo già visto che esistono diversi servizi per ascoltare la musica. Comunque, ne esistono alcuni che permettono anche di guardarla. Si tratta di servizi messi a disposizione da parte delle orchestre e dei teatri più importanti del mondo.
Se avete un lettore Blu-ray o una Smart TV, con tutta probabilità troverete preinstallata l’App dei Berliner Philarmoniker, oppure si trova pronta a essere installata nello Store del dispositivo. In effetti, si tratta di uno dei primi servizi audiovisivi streaming messi a disposizione, e anche di uno dei più importanti al mondo.
Iscrivendosi al servizio, si potrà usufruire di alcuni servizi in prova per un breve periodo nonché di alcuni programmi in modo gratuito. Comunque, si tratta di un servizio la cui fruizione completa è a pagamento, e non è molto diversa da Infinity, Netflix, Disney+ & C. La differenza è che troverete esecuzioni musicali dal vivo.
È anche possibile prenotare i biglietti per poi partecipare agli spettacoli Live nei luoghi in cui i Berliner Philarmoniker si esibiscono in giro per il mondo. Naturalmente, questo è un servizio a cui aneliamo per il futuro post-COVID.
Oltre alla musica, troviamo anche interviste e dietro le quinte degli eventi musicali e degli artisti.
Ecco un sito che ci permette di conoscere meglio il mondo dell’Opera, con la possibilità di assistere da casa. Il sito è pieno di video dedicato all’Opera: film, telefilm e altro autoprodotto. Non mancano, naturalmente, streaming opere complete, per esempio il Guglielmo Tell prodotto nel 2013 dal Rossini Opera Festival.
Dal momento che i testi delle opere liriche, di solito, non sono composti in lingue diverse da quella originale, il sito aggiunge sottotitoli in oltre 100 lingue per venire in soccorso di tutti. In questo modo, OperaVision, si rivela uno dei siti più “tradotti” al mondo.
Tradurre o comporre un testo? Che si tratti di Opera Lirica o di Canzone, è possibile ascoltare o cantare molti brani in diverse lingue. Per esempio, le canzoni italiane ’O sole mio e Nel blu dipinto di blu sono considerate fra le più “tradotte” al mondo. Ma è corretto dire che un testo è stato “tradotto” oppure “composto”? Di solito, si collegano la parola “composizione” e il verbo “comporre” alla notazione musicale. Ma anche il testo deve essere “composto”. Infatti, gli autori dei testi sono considerati dei “compositori”. Addirittura, alcuni studiosi affermano che è sbagliata la definizione di “poeti”, anche se il recente Premio Nobel a Bob Marley ha dimostrato il contrario. A ogni nota di una melodia deve essere collegata una sillaba. Secondo la canzone, questa può subire delle alterazioni grazie all’uso di una sequenza di una o più note aggiuntive. Quando si decide di riproporre la stessa canzone in un’altra lingua, non si può fare una semplice traduzione letterale e logica. Si deve “armonizzare” il testo alle note. Pertanto, si devono raggruppare delle parole le cui sillabe possano coincidere con la notazione musicale. Inoltre, di solito la sillaba associata alla nota con cui inizia una battuta è accentata. Questo spiega perché nei testi in altre lingue si trovano delle “libertà” che non troveremmo nella traduzione di un testo in prosa. |
Entrando in questo sito svizzero, saremo accolti da un uomo che sta ridendo e da un saluto multilingua. Il sito dell’Opernhaus di Zurigo mette a disposizione dei podcast in tedesco o in inglese e il calendario delle esecuzioni sia future che programmate nel passato. È anche possibile acquistare i biglietti per assistere di persona agli spettacoli.
L’Opéra de Paris è sicuramente uno dei teatri più famosi al mondo. È presente in diversi racconti, sia scritti che audiovisivi. Uno su tutti? Il Fantasma dell’Opera. Il sito permette di prenotare i biglietti per assistere di persona agli spettacoli.
Sono presenti biografie e interviste di famosi artisti legato al mondo dell’Opera. Il sito è disponibile anche per i dispositivi mobili. Soprattutto, di tanto in tanto, è possibile assistere alle esecuzioni senza uscire da casa, direttamente dal sito.
Questo è uno dei siti più completi. Infatti, invece di avere del materiale per lo streaming solo sporadico, la prima pagina si presenza con questa serie di immagini:
Vediamo di capire cosa ci offre questo collage.
- Questa è la TV della CSO. Anche se alcuni video sono gratuiti, normalmente costano 15 dollari l’uno. Acquistando almeno 3 titoli in un solo carrello, si riceverà lo sconto del 20%. È presente anche una sezione videomusicale per i bambini. Essendo la CSO una delle orchestre americane più antiche, presto sarà inaugurata una nuova sezione in cui saranno aperti i suoi archivi. Al momento non esiste un’App ufficiale per dispositivi mobili né per Smart TV. Comunque, il sito stesso consiglia di abilitare la “proiezione” utilizzando Google Cast o Apple AirPlay.
- Se volete ascoltare ma non guardare, potete selezionare le trasmissioni radiofoniche della CSO della domenica e del martedì.
- È presente anche un servizio di podcast.
- La quarta icona contiene le istruzioni per ascoltare CSO Radio tramite YouTube, Facebook e Spotify. Contiene anche altro materiale da scaricare.
Finalmente un servizio streaming in “italiano”! E non offre solo Opera e Musica, ma anche Teatro! E non finisce qui, perché nel sito troviamo pure film e serie TV. Molti titoli sono disponibili in lingua originale senza doppiaggio.
Arte.TV è la risposta francese a Starzplay. Ne abbiamo già parlato, ricordate? Arte.TV ha sede francese, ma contiene diverso materiale audiovisivo in italiano e un po’ in tutte le lingue europee, essendo un progetto co-finanziato dall’Unione Europea.
ARTE è anche il nome di un canale televisivo che si può ricevere via satellite (Horbird 13 in francese, Astra 1 in tedesco). Al momento solo tramite il sito o una delle App è possibile accedere ai contenuti in italiano (sottotitolati).
Questione di pronuncia Siamo abituati a pronunciare la parola “Arte” con l’accento sulla lettera “A”. In francese, si traduce “Art”. Eppure, il sito d’origine francese “Arte” si pronuncia Arté. Come mai? Perché in francese le parole, sia francesi che straniere trovano l’accento sull’ultima vocale. Comunque, una regola francese dice che, se l’ultima lettera, è una “e” non accentata, non va pronunciata, passando l’accento alla penultima vocale. Nei video in francese del sito Arte.TV, però, sentiamo dire Arté. Si spiega facilmente in tre modi ipotetici: 1. Nel linguaggio digitale, un indirizzo Web è una sola parola. Per esempio, anche se diciamo “Angolo di Windows”, scriviamo l’indirizzo così: angolodiwindows.com (diventando una sola parola). “Arte.TV” diventa quindi una sola parola. Visto che evitiamo, di solito, di pronunciare il dominio di un indirizzo Web (cioè la parte successiva al punto), invece di dire Artétv, si pronuncia Arté. 2. Le quattro lettere della parola potrebbero essere divise in due: AR + TE. La prima sillaba significherebbe “Arte”, la seconda “tele” (abbreviazione di “televisione”). Così, anche se non vediamo l’accento sulla lettera, la pronuncia diventa automaticamente Arté. 3. Gli indirizzi Web si scrivono senza l’uso di caratteri speciali, come le vocali accentate. Pertanto, è normale vedere scritto “Arte” anche senza il dominio, anche se, fuori del mondo digitale di Internet, la parola sarebbe stata scritta così: “Artée” (considerando che è una parola femminile). |