6 Step per controllare la salute dei nostri hard disk

Gli hard disk certe volte custodiscono nel vero senso letterale della parola la nostra vita: foto di famiglia, ricordi di vita, documenti importanti o lavori!

E se un disco smette di lavorare possiamo trovarci in panico, quindi è meglio farsi trovare preparati anche in questi frangenti.

I primi passi per evitare di perdere dati a causa di rotture nel disco sono diversi, ma quello più importante è sicuramente il backup!

Salvare i nostri dati ed avere più di due copie degli stessi può salvarci la vita (ed il portafogli). Per far questo possiamo usare gli strumenti integrati nel sistema operativo creando un immagine di sistema, oppure possiamo farlo manualmente copiando le cartelle in un disco esterno o pianificando il salvataggio in automatico dei nostri dati in un servizio cloud.

Oppure possiamo utilizzare gli strumenti integrati nel sistema, come il comando wbadmin oppure una soluzione come Veeam Endpoint Free. Dopo questa importante operazione andiamo ad analizzare la salute del nostro disco, per primo usiamo gli strumenti integrati in Windows.

Per controllare lo stato di coerenza dei dischi presenti nel sistema procediamo come segue:

Se il sistema ci richiede di smontare il volume diciamo di NO e pianifichiamo il controllo al successivo riavvio. Questo tipo di richiesta potrebbe accadere con sistemi antecedenti Windows 10.

Se ci troviamo con un sistema corrotto o non utilizzabile, come questo caso, possiamo avvalerci di strumenti ausiliari utili ad accedere agli strumenti di ripristino.

In alcuni sistema premendo il tasto F11 durante il boot potremmo accedere alle opzioni avanzate di avvio.

In aggiunta il sistema operativo stesso dopo 3 mancati riavvii dovrebbe avviare gli strumenti di ripristino. Se accediamo a questi strumenti passare al paragrafo “Usiamo gli strumenti di ripristino per riparare Windows

Se non accade, possiamo creare un DVD o chiavetta USB avviabile autonomamente, ci servirà ovviamente un secondo computer dotato di Windows 10 ove eseguire queste operazioni:

  • Scaricare lo strumento di download per Windows 10 dalla voce “Scarica ora lo strumento
  • Dopo aver accettato le consuete voci relative la licenza ecc scegliamo la voce Crea un supporto di installazione per un altro PC come da immagine  
  • Per questo tipo di operazione dedicata al ripristino sarà comunque opportuno scegliere la corretta edizione da creare, quindi dovremmo aver ben chiaro di che licenza siamo in possesso ovvero se Windows 10 Home o Pro.
  • Ora potremmo scegliere se creare una ISO o una chiavetta USB come da immagine 

E’ possibile, inoltre, bypassare lo strumento Media Creation seguendo questo nostro articolo dedicato:

Come scaricare la ISO di Windows 10 senza il Media Creation Tools

Ora che abbiamo creato il DVD o la chiavetta USB inseriamola nel computer, quindi impostiamo la periferiche come boot primario (se non avviene in automatico potremo verificare il manuale per attivare il boot menù in avvio, solitamente tasto F8 da premere durante il primo avvio)

Dopo aver avviato il sistema con il DVD o chiavetta che sia accediamo a Risoluzione dei problemi quindi Opzioni Avanzate  > da questa schermata possiamo avviare il prompt dei comandi, quindi digitare:

chkdsk /r c:

dove c: è la partizione di Windows, in alternativa possiamo inserire la lettera di unità di un altro disco.

E’ possibile, inoltre, eseguire un comando powershell per poter interrogare lo SMART di ogni disco presente nel sistema, ottenendo in questo modo un feedback panoramico in modo rapido.

Per farlo procedere così:

  • Premere i pulsanti WIN + X
  • Aprire il terminale (come admin)
  • Digitare il comando
    • wmic diskdrive get status

Otterremo una risposta simile a questa:

Dove le possibili risposte possono essere:

  • OK
  • BAD (Cattivo stato di funzionamento, da sostiture)
  • CAUTION (Prestare attenzione, imminente fallimento dell’unità)
  • UNKNOWN (Unità non riconosciuta correttamente, lettura SMART fallita)

E se invece tutto funziona a meraviglia e vogliamo solo assicurarci della salute del nostro disco? Ecco come fare.

Vi sono numerosi strumenti che testano le condizioni del disco, è opportuno però affidarsi a strumenti affidabili e, possibilmente, sviluppati dallo stesso produttore del disco.

Di seguito riportiamo alcuni strumenti in base ai produttori più famosi:

Di seguito un articolo dedicato a come ottimizzare e alleggerire Windows 11:

In alternativa possiamo affidarci a strumenti che vanno bene per tutti i dischi, come ad esempio il famoso Crystal Disk Info che riporta la temperatura di lavoro e lo stato generale del disco.

Se usando Crystal Disk vediamo una notifica in rosso in merito lo stato del disco, vuol dire che ci sono dei problemi nell’unità.

Se lo stato è in rosso e nell’elenco sottostante, come da immagine, ed è evidenziata la voce settori ri-allocati, vuol dire che alcuni settori del disco sono danneggiati.

Settori riallocati e stato del disco in Pericolo

Esattamente quando il disco trova un errore di lettura/scrittura/verifica, marca il settore come “riallocato” e trasferisce i dati in una speciale area riservata (spare area).

Questo processo è anche conosciuto come “rimappatura” e i settori “riallocati” sono chiamati “remaps”. Questo è il motivo del fatto che, nei moderni hard-disk, i settori danneggiati non possono essere trovati testando la superficie infatti tutti i settori danneggiati sono nascosti in settori riallocati. Tuttavia più settori vengono riallocati, più la velocità di lettura/scrittura diminuirà.

Se invece lo stato è contrassegnato come Buono, dobbiamo accertarci che il numero di settori (o di qualsiasi altra voce) rientri entro i termini massimi e minimi indicati dal programma.

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