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A distanza di pochi anni dalla prima trasmissione radiofonica commerciale (il 23 febbraio 1920), fu presentata una nuova tecnologia: il televisore. Verso la fine degli anni ’20 del secolo scorso era possibile ascoltare e guardare una trasmissione! Era il 1928.
A metà strada, nel 1924, fu fondata l’Unione Radiofonica Italiana. Nei successivi trenta anni, cambiò più volte nome. Dopo essere diventata, solo nel 1927, l’Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche, nel 1944 fu ribattezzata Radio Audizioni Italiane (o, più, semplicemente, RAI). Dal 1954, pur avendo mantenuto la sigla, fu rinominata in Radiotelevisione Italiana.
Era il 3 gennaio 1954. Fulvia Colombo annunciò che quel giorno iniziava una nuova programmazione, quella visiva, e che il primo canale televisivo italiano si chiamava Programma nazionale. Quando, negli anni successivi, nacquero nuovi canali, quel canale diventò RAI 1.
Per i primi nove anni, tutti i programmi erano trasmessi in bianco e nero. Poi, alla fine del 1963, iniziò la sperimentazione con le trasmissioni a colori. Dal gennaio 1964, la TV italiana passò al colore. Nei venti anni successivi, comunque, continuarono a essere vendute TV in bianco e nero.
Era l’ora!
Durante quei venti anni, inoltre, nacquero decine di canali locali. Fra questi, si distanziarono quelli di Berlusconi (con la sua Fininvest, oggi Mediolanum) e del Principato di Monaco (con Telemontecarlo, oggi chiamata LA7).
Comunque, la TV non subì molte modifiche. La RAI si tenne l’esclusiva sia per le trasmissioni in diretta che per l’audio stereofonico. Poi arrivò il 1990. Durante tutta la primavera partì una martellante pubblicità: quella della veniente TELE+. Si tratta di una nuova rivoluzione nel campo delle trasmissioni televisive: era la prima piattaforma commerciale a pagamento in Italia. Il lancio ufficiale è datato 9 agosto 1990.
Tele+ inizialmente prevedeva almeno tre canali, di cui uno gratuito. Uno dei canali a pagamento era dedicato al calcio italiano (Serie A e B) e l’altro al cinema. Il canale gratuito trasmetteva lo stesso film più volte nell’arco di 24 ore.
Un’altra novità riguardava il decoder. Senza, non sarebbe stato possibile decriptare, o gestire i canali a pagamento dell’offerta Tele+. La programmazione poteva essere guardata senza interruzioni pubblicitarie, anche nel canale gratuito. Inoltre, il decoder permetteva di scegliere il palinsesto quotidiano, cioè di scegliere che cosa guardare all’orario preferito. Il decoder riceva il segnale televisivo analogico.
Inizialmente Telepiù SpA, la società a capo dei primi canali televisivi italiani a pagamento, apparteneva a Leo Kirch, Vittorio Cecchi Gori (uno dei proprietari di TMC) e Silvio Berlusconi.
Nel 2003 Tele+ cessò di esistere. Fu sostituita da una nuova società, quella di Sky. Ora le trasmissioni si sarebbero definitivamente trasferite sul satellite.
DVB
Nello stesso periodo, si iniziò a parlare di una futura rivoluzione nelle trasmissioni ricevute tramite l’antenna tradizionale. Questa rivoluzione era chiamata Digital Video Broadcasting, in arte DVB. Si differenziava in tre settori: cavo (non riguardava l’Italia), satellitare (Sky in primis) e terrestre.
Dopo alcuni anni di sperimentazione, nel 2008 la TV italiana fu suddivisa in due tecnologie principali: quella satellitare e quella terrestre. Inizialmente era richiesto un decoder per ciascuna delle due. Con il tempo, arrivarono TV dotate di decoder terrestre interno e, alcune, anche satellitare.
Una caratteristica di molti decoder era legata alla connessione a Internet. Questa permetteva di interagire con le trasmissioni televisive, scaricare giochi, ecc.
Subito dopo l’arrivo dei canali digitali, iniziarono le sperimentazioni (spesso più simili a degli scarabocchi virtuali) con l’HD (High Definition) e il 3D (Syde by Side, cioè con due immagini affiancate).
Ben presto si comprese che il segnale HD funzionava meglio se trasmesso via satellite. Le frequenze terrestri avevano bisogno di essere riviste. Così partì il progetto del digitale terrestre di seconda generazione (DVB-T2). Anche la TV satellitare è stata aggiornata alla seconda generazione (DVB-S2).
Seconda generazione
Questa seconda generazione ha permesso la nascita di una terza tecnologia per trasmettere la programmazione radiotelevisiva: lo streaming via Internet. In precedenti articoli abbiamo già visto le offerte e la storia di Amazon Prime, iTunes e Netflix. Tutti questi sono nati come concorrenti diretti, seppur inconsapevolmente, al DVB-T2 e al DVB-S2.
Comunque, Now TV è una storia a parte. Infatti, è la TV via Internet di Sky. È, pertanto, un’estensione della programmazione satellitare. Inizialmente era un servizio aggiuntivo rivolto ai abbonati di Sky, e quindi già possessori di un’antenna parabolica. Quando non potevano usufruire delle trasmissioni satellitari, magari perché fuori casa o per problemi sull’antenna stessa, potevano spostarsi su un computer o un dispositivo mobile, e non perdere i propri programmi preferiti.
Alcuni abbonati, comunque, non avevano una connessione a Internet. Di conseguenza, cedevano a un parente o a un amico il proprio account. Non è mancata qualche battaglia a questo riguardo.
Anche se Now TV esiste da meno di dieci anni (prima ha avuto anche altri nomi), Sky era già stato proposto in Italia tramite uno speciale contratto con Tiscali. Durante la sperimentazione del digitale terrestre, alcuni clienti della compagnia telefonica ricevettero uno speciale decoder che riceveva la TV satellitare di Sky (ma anche una parte di quella terrestre di Mediaset). L’esperimento non funzionò.
Nel 2012, però, Sky ci riprovò. Iniziò nel Regno Unito offrendo il pacchetto Sky Cinema via Internet. Un anno dopo aggiunse l’offerta Sports. Dal 2014, finalmente anche gli italiani poterono usufruirne.
L’iscrizione
Adesso tutti possono usufruire di Now TV, senza possedere un abbonamento Sky. Now TV fa parte di uno dei pacchetti telefonici di Vodafone. I clienti Vodafone non consumano Giga mentre guardano un programma su Now TV. Alla sottoscrizione del contratto telefonico, ricevono un codice per registrarsi nel sito di Now TV. Il codice può provenire anche da altre fonti.
In alternativa, basta andare nel sito ufficiale, cioè www.nowtv.it tramite un Browser. Da qui si deve scegliere uno dei pacchetti disponibili. Si può pagare tramite carta di credito/debito e PayPal. Non sono accettate le carte di credito virtuali.
I pacchetti
Proprio come i canali satellitari sono suddivisi in pacchetti, o generi, anche Now TV suddivide la sua offerta in pacchetti.
Sport. Costa 29,99 € il mese. È l’abbonamento ideale per gli amanti dello sport. Include la Serie A TIM e altri eventi sportivi, non solo calcistici. Comunque, gli eventi sportivi Pay Per View di Sky non si possono ricevere. Si possono vedere esclusivamente tramite collegamento satellitare.
È anche possibile abbonarsi per sole 24 ore. In questo caso, il costo è di 14,99 €. Può tornare utile a chi volesse guardare un evento sportivo già incluso nel pacchetto in compagnia, ma non vuole abbonarsi vita natural durante. All’acquisto si riceve un codice. Una volta inserito nella pagina apposita, parte il conto alla rovescia di 24 ore.
Entertainment. Questa è l’offerta per chi ama le serie televisive e i documentari. Una delle serie più ricercate è sicuramente Il Trono di Spade.
Cinema. Come dice il nome, è il pacchetto per chi vuole guardare un film.
I due pacchetti costano 9,99 € il mese ciascuno. Comunque, si possono provare per una settimana gratuitamente.
Cinema e Entertainment. Per chi volesse entrambi i pacchetti, c’è un’offerta speciale: il costo è di 14,99 €. Anche in questo caso, si può fare una prova di una settimana in modo gratuito.
NowTV Smart Stick. Dopo aver proposto diversi tipi di decoder, giustamente Sky ha messo a disposizione un dispositivo anche per lo streaming. Si tratta di uno stick, o chiavetta, da connettere a una TV via HDMI. È l’ideale se la TV fosse priva dell’App ufficiale di Now TV. Il telecomando appare più grande dello stick.
Il dispositivo costa 29,99 €. Al momento dell’acquisto, si dovrà scegliere uno dei tre singoli pacchetti menzionati sopra. Scegliendo Sport, se ne potrà usufruire per un mese. Scegliendo Entertainment oppure Cinema, invece, se ne potrà usufruire per ben 3 mesi.
Cosa succederà al termine di uno dei due periodi? Il dispositivo diventerà inutile? Osservate la seguente immagine.
Il sistema operativo dello stick include una serie di App, che permetteranno di accedere alla programmazione in streaming della concorrenza! Sì, perché sono disponibili Netflix per gli amanti di serie TV e cinema e DAZN per gli amanti dello sport. Ora diventa chiara l’offerta Sport per un solo mese: se su DAZN l’evento sportivo che vuoi vedere non c’è forse può essere acquistato su Now TV.
È giusto chiarire che non è obbligatorio l’acquisto di NOW TV Smart Stick. I servizi di NOW TV sono disponibili nei PC, nei dispositivi mobili, in molte Smart TV, in diversi dispositivi HDMI e nelle console Xbox e PlayStation.
Kids. Questo pacchetto è un po’ particolare. Può essere attivato solo da chi ha già sottoscritto uno dei pacchetti indicati sopra o ha acquistato il NowTV Smart Stick. Si tratta di un’offerta dedicata ai bambini. Costa 3,99 € il mese (che, quindi, si aggiungono al costo degli altri pacchetti sottoscritti).
A un account Now TV possono essere associati solo 4 dispositivi (la concorrenza ne concede di più). Attenzione, però: lo Sport può essere visto su un solo dispositivo per volta, mentre gli altri pacchetti possono essere visti su 2 dispositivi in contemporanea.