Franco battiato – la voce del padrone», il docufilm dedicato al maestro

Un omaggio al più grande cantautore ed artista di tutti i tempi. «Franco Battiato – La Voce del Padrone» è stato il film che ha preso nome dal celebre album dell’artista, andato in onda nelle sale cinematografiche una sola settimana lo scorso 28 novembre fino al 4 dicembre.

Il regista Marco Spagnoli si è proposto di omaggiare il personaggio di Battiato, la cui anima immensa non è stato possibile racchiudere in nessun target: artista, musicista, filosofo, poeta, visionario, avanguardista. Non ci si può limitare ad unica dicitura; si può invece affermare che Battiato racchiudesse tutte queste realtà e non solo.

Con lui la musica negli anni ’80 ha cambiato notevolmente indirizzo. Battiato ha rivoluzionato tutta l’impalcatura musicale strutturatasi fino a quel momento. È stato un grande innovatore tecnologico in campo musicale.

IL ‘GENIO TECNOLOGICO’ DI BATTIATO: LA ‘SDOPPIATURA’

La conferma di questo sopraggiunge nel docufilm durante l’intervista di Stefano Senardi (foto sotto) – produttore discografico e grande amico di Franco – a Pino Pischetola, tecnico del suono, che a sua volta ha affermato: «Registrava una seconda volta la stessa linea vocale e, siccome ogni volta che si canta lo si fa in maniera lievemente diversa, mettendo insieme le due registrazioni produceva una sorta di sdoppiamento».

Dunque in questa osservazione si può riassumere la grande rivoluzione tecnologica di Battiato che consisteva nell’effetto musicale della ‘sdoppiatura’, ovvero, la capacità di ottenere campionamenti di suoni ad altezze diverse.

Così anche il musicista Massimo Bonelli ha descritto la grandezza del Maestro: «Penso che Battiato fosse l’artista italiano più internazionale di quel periodo, una specie di David Bowie ottimista».

La fama di Battiato fu proprio segnata dall’innovazione tecnologica e dall’intensità della sua voce, grazie a cui canzoni colte, ricche di sfumature culturali e sperimentazioni musicali, arrivarono agli orecchi di tutti.

LA SCOPERTA DEL VCS3

In Italia in quegli anni Battiato fu il primo a scoprire l’esistenza del sintetizzatore VCS3, grazie a cui combinava una serie di suoni sia artificiali che naturali, per poi inserirli in un contesto sperimentale e creare un tappeto armonico unico. La genialata di Battiato fu anche fondere vari stili musicali, come musica polifonica, dodecafonica con elementi tradizionali della musica classica.

Per ampliare ancor più questo tema legato alla grandezza e al genio di Battiato, Senardi ha condotto una serie di interessanti interviste ad artisti provenienti da Nord a Sud dell’Italia da Milano fino a Milo nella casa del Maestro.

Battiato ha lasciato il segno in personalità come Nanni Moretti, Eugenio Finardi, Morgan, Andrea Scanzi, Elisa, Mara Maionchi e Carmen Consoli, corregionale di Battiato, che ha chiuso il docufilm con una interpretazione originale e unica del celebre pezzo siculo «Stranizza d’amuri».

«…IL MIO SUONO È UNA VIBRAZIONE DI QUELLO CHE SONO»

Si può di certo confermare che Battiato, benché morto, continui a vivere nei cuori dei suoi appassionati fan ma anche nelle sue geniali musiche. D’altronde lui stesso confessò un po’ di tempo fa durante un’intervista: «Il concetto è fraintendibile e cambia con le mode, il suono attraversa i secoli, il sentimento è eterno. Vorrei che di me restasse il mio suono, è una vibrazione di quello che sono».

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