Sembra quasi inverosimile ma fino alla versione 1909 veniva usato uno schema di partizionamento predefinito che poteva causare problemi in fase di aggiornamento. Ora Microsoft, con la versione 2004, lo ha cambiato, vediamolo in dettaglio.
Fino ad oggi la partizione di Recovery era all’inizio
Fino alla versione 1909 il layout usato prevedeva che la partizione di Recovery fosse all’inizio del disco seguita dalla partizione EFI/MSR e, per ultimo, la partizione di Windows.
Questo impediva, di fatto, che la partizione di Recovery potesse esser aumentata in caso di bisogno, sopratutto in fase di update ad una nuova versione di Windows 10. Infatti, guardando il layout, è fisicamente impossibile aumentarne lo spazio visto che è seguita da altre partizioni.
Per questo motivo, in fase di aggiornamento, il sistema è costretto a creare un altra partizione di Recovery, spesso posizionata a fine disco. Ovviamente questo quando è possibile, visto che gli errori correlati a questo problema sono molteplici e spesso richiedono l’intervento manuale dell’utente.
Con la versione 20H1 Microsoft, finalmente, ha cambiato il metodo di partizionamento predefinito, vediamo quale.
Nuovo layout come il modello predefinito GPT
Attualmente eseguendo un installazione pulita di Windows 10 Versione 2004 viene applicato il corretto layout di partizionamento, ovvero il seguente:
In questo modo, in caso di aggiornamento ad una nuova versione di Windows, non si incorrerà in errori riguardanti la modifica o il ridimensionamento della partizione di ripristino. In verità la novità era stata introdotta già nel programma Insider con la build 19023 Fast Ring, cosa che ha permesso il rilascio nella versione definitiva 20H1.
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