La classifica completa è consultabile da qui:
https://www.rapid7.com/data/national-exposure/2017.html
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Potrebbe sembrare un cattivo risultato ma non è così: il rapporto stilato da rapid7 è compilato dopo aver eseguito una scansione delle porte vulnerabili e aperte su internet, dove quelli con più porte aperte o vulnerabili sono tra i primi posti.
Per esempio tra i primi 10 posti troviamo lo Zimbabwe, Hong Kong, Samoa, Congo, Tajikistan, Romania, Irlanda, Lituania, Australia e l’Estonia. La Cina e la Russia rispettivamente sono al 21esimo ed al 34esimo posto. Tutto sommato l’Italia si comporta bene, portando risultato forse non sperati: ad esempio solo il 2,47% delle connessioni HTTP non è cifrato, oppure solo il 7,83% delle connessioni SMTP non è cifrato. Dati invece meno positivi per paesi vicini come la Francia che si assesta al 14esimo posto o l’Irlanda al 7° posto.
Altro dato interessante è che ci sono ancora circa 800 mila dispositivi con Windows che espongono le porte SMB, dando il fianco quindi a possibili attacchi ransomware.