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I dischi SSD sono quelli maggiormente utilizzati oggi: prestazioni raddoppiate rispetto ai dischi tradizionali, rumore inesistente e ingombro minimo. Ma i dati? La loro integrità è garantita anche in caso di danneggiamento o problemi al disco?
Vediamo di rispondere a questi importanti quesiti.
Come funziona un SSD?
Un disco SSD ha molti vantaggi, come anticipavamo qualche riga sopra. Possiamo riassumerli di seguito.
Quali sono i vantaggi di un SSD?
Sono molteplici, i principali sono:
– rumore annullato, vista l’assenza di componenti meccanici come i dischi tradizionali, non emette alcun suono
– ingombro ridotto, il formato di questi dischi è 2,5
– perfomance triplicate, velocità sia di lettura che di scrittura triplicata
– resistenza agli urti maggiore, in particolare quando acceso. Al contrario dei dischi tradizionali, ha una resistenza agli urti da accesso molto più alta
– alta efficienza energetica e consumi ridotti (2-5 watts per SSD contro 6-15 watts per HDD)
Ma ci sono anche degli svantaggi, vediamo quali.
Quali sono gli svantaggi di un SSD?
Sono pochi, ma sostanziali:
– costano sensibilmente di più, paragonando il costo per GB rispetto ai dischi tradizionali si ha un costo più alto. Ad esempio, un SSD da 500 GB ora viene intorno ai € 60 mentre un Hard Disk tradizionale per lo stesso taglio sta a € 36 (e ci sono modelli anche sui € 25)
– numero limitato di scritture e la durata nel tempo si allunga lasciando più spazio libero possibile, grazie alla tecnologia Wear Leveling (livellamente dell’usura) che permette di distribuire su tutto il disco le cancellazioni e le riscritture.
– maggiormente sensibile alle temperature, per ogni aumento di 5° c’è una riduzione della durata dei bit, cosa che non lo rende adatto per l’archiviazione di dati a lungo termine
I dischi SSD lavorano ed operano meglio di un hard disk tradizionale in quanto NON hanno parti meccaniche in movimento, in quanto si tratta di una memoria FLASH gestita da un controller, come si può evincere dall’immagine sottostante.
Un hard disk tradizionale, com’è noto, deve la sua lentezza proprio alla presenza di part meccaniche; infatti, i dati vengono scritti fisicamente in alcuni dischi posti in un cilindro. Abbiamo preparato un’immagine esplicativa della struttura di un disco, eccola di seguito.
Come si nota, i dati vengono scritti fisicamente in una serie di piatti o supporti di memorizzazione da una testina gestita da una scheda elettronica. La presenza di tutte queste parti meccaniche, come abbiamo visto, sono la causa principale delle velocità e del rumore prodotto da questo tipo di disco.
Di seguito invece ecco un video che ne spiega il funzionamento:
Va da sé che questo tipo di disco risulta particolarmente adatto per archiviare i dati e meno per l’utilizzo dedicato all’installazione del sistema operativo o degli applicativi in generale.
E se si rompe, da quale supporto è più facile recuperare i dati?
Bella domanda, una eventualità che vorremmo non capitasse mai ma che purtroppo succede. La durata di vita nel tempo di un disco, che sia SSD o HDD, dipende molto dal tipo di utilizzo e dalle condizioni di operatività.
Infatti, come abbiamo visto, molti fattori contribuiscono alla sua lunga durata, per gli SSD ad esempio lavorare a temperature “normali” mantenendo un buon spazio libero nel disco contribuisce ad allungarne la vita.
Discorso simile per gli hard disk tradizionali i quali abbisognano anche loro di lavorare in un ambiente ben dissipato dal calore e devono essere protetti, secondo le necessità, da sbalzi termici.
Qual è quindi il miglior supporto per archiviare dati?
Se si rompono, però, il discorso cambia: recuperare dati da un hard disk tradizionale, vista la sua struttura di funzionamento, è più semplice rispetto agli SSD.
I dischi SSD, per via della memoria FLASH, rendono più difficile il recupero anche in camera bianca o attraverso software di recupero.
Infatti, come riporta OnTrack qui, la procedura di recupero richiede la sostituzione del chip di controller del disco che deve essere uguale e identico a quello originale, senza questo è impossibile accedere ai dati.
Per questo motivo consigliamo di usare i dischi SSD (qualsiasi tipo essi siano) per l’utilizzo quotidiano del disco ma per l’archiviazione dei dati ed il loro backup suggeriamo di affidarsi a hard disk tradizionali e ad un piano di backup in postazioni molteplici, sia in cloud che off-line.
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