Quando a metà anni Duemila si iniziarono ad acquistare i primi decoder per il digitale terrestre, molti notarono che alcuni dispositivi aggiungevano il collegamento telefonico. All’epoca, in molte zone l’ADSL era ancora offerta a consumo. Di conseguenza, non fu molto sfruttata questa funzione.
A cosa serviva? A interagire con alcune funzioni in determinati canali televisivi. Per esempio, durante un gioco a quiz si poteva provare a rispondere premendo determinati tasti sul telecomando. Dopodiché il decoder inviava la risposta al canale televisivo. Non c’erano molte altre funzioni.
Naturalmente i decoder satellitari avevano già molte funzioni dei decoder terrestri da qualche anno.
Con l’arrivo dei lettori Blu-ray, arrivò anche la funzione inizialmente chiamata Internet@TV, che metteva a disposizione diverse App, molte delle quali interagivano con determinati siti Web, permettendo lo streaming di video. Questa fu la base per la nascita sia delle Smart TV sia del Digitale Terrestre di seconda generazione (DVB-T2).
Con l’arrivo del Digitale Terrestre arrivò anche un servizio che permetteva di videoregistrare tutti i canali televisivi gratuiti. Si chiamava Faucet PVR. Dopo una serie di problemi, fu temporaneamente sospeso e poi rinominato in Vcast.
Inizialmente, grazie a un paio di App, era possibile guardare le registrazioni direttamente nei lettori Blu-ray di Samsung. Naturalmente vi si poteva accedere dai PC e dai dispositivi mobili, che muovevano i primi passi nel loro mondo smart. Questo si potrebbe definire, pertanto, il primo sistema streaming presente su tutte le piattaforme.
A causa di altri problemi legali, il servizio di Vcast è in sostanza morto. Il sito esiste ancora, vi si può accedere e si può creare un nuovo account (sia gratuito che a pagamento), ma da due anni circa non fornisce più nessuna registrazione televisiva valida. Inoltre, sono stati tolti tutti i canali RAI e Mediaset.
Se la piattaforma di Vcast è ora in un coma profondo, altrettanto non si può dire di molti altri servizi Web che, oramai, hanno quasi superato in importanza le piattaforme basate sulle antenne (terrestri o satellitari).
Al momento i servizi di streaming attivi in Italia sono almeno 22. In futuri articoli descriveremo in breve ciascuna di queste piattaforme, cercando sia i pregi che i difetti.