Lasciamoci andare, cara mamma mia, almeno tu con il mio pianoforte, scusa, rifatti una vita, perché non finisce così. Cosa resterà, questa volta? Se non me lo avessi detto prima. Ciao, questo 1989 fu la fine del mondo.
Vi siete spaventati nel leggere quest’introduzione? Sono solo i titoli delle canzoni del Festival di Sanremo del 1989 (anche se un po’ revisionati da me).
- Ti lascerò – Anna Oxa-Fausto Leali
- Le mamme – Toto Cutugno
- Cara terra mia – Al Bano e Romina Power
- A che servono gli dei – Rossana Casale
- Almeno tu nell’universo – Mia Martini
- Chi voglio sei tu – I Ricchi e Poveri
- Ciao – Gigliola Cinquetti
- Come mi vuoi – Eduardo De Crescenzo
- Cosa resterà (di questi anni 80) – Raf
- E allora e allora – Tullio De Piscopo
- Esatto! – Francesco Salvi
- Il babà è una cosa seria – Marisa Laurito
- Il cuore delle donne – Dori Ghezzi
- Il mio pianoforte – Peppino Di Capri
- Io come farò – Ornella Vanoni
- La fine del mondo – Gigi Sabani
- ‘Na canzuncella doce doce – Renato Carosone
- Non finisce così – Riccardo Fogli
- Questa volta no – Gino Paoli
- Rifarsi una vita – Sergio Caputo
- Scusa – Fred Bongusto
- Se me lo dicevi prima – Enzo Jannacci
- Se non avessi te – Fiordaliso
- Vasco – Jovanotti
Il duo Anna Oxa e Fausto Leali presentarono una delle canzoni di maggior successo del Festival di Sanremo, Ti lascerò. Ricevettero mezzo milione di voti in più di Si può dare di più. Peccato che non abbiano più presentato altro in coppia.
Chissà chi arrivò secondo nel 1989? Sì, proprio lui, Toto Cutugno con Le mamme. Le canzoni dedicate alle mamme al Festival sono sempre state vincitrici. Ricordiamo che, in precedenza, Toto Cutugno aveva presentato Figli, e ora tocca alle madri. Troviamo Cutugno anche al 16° e al 23° posto come autore.
Quando non arrivavano primi e c’era Toto Cutugno, Al Bano e Romina Power arrivavano terzi. Le classifiche degli anni ’80 erano facilmente pronosticabili. E la coppia d’oro di quel periodo presentò Cara terra mia, una canzone che conteneva l’undicesimo comandamento: ‘Non inquinare’.
Riccardo Fogli si era domandato A che servono gli dei. Probabilmente non si rivolse a quello giusto, e si fermò al quarto posto. Due mila anni fa, un famoso giurista si trovò in una situazione simile, quando vide tante statue dedicate a tutti gli dei greci, ma su una di esse c’era scritto: “A un dio sconosciuto”. I greci avevano paura di averne dimenticato uno! (Per maggiori informazioni, consultare il racconto biblico di Atti degli apostoli al capitolo 17).
Al 5° posto troviamo Mia Martini con Almeno tu nell’universo. Come è successo con le precedenti partecipazioni della cantante, anche questo è diventato un suo successo.
Gigliola Cinquetti ritorna e saluta tutti, non più quindicenne: “Ciao”! E saluta anche i primi 6 posti, fermandosi al 7°.
All’8° posto troviamo Eduardo De Crescenzo, con una scritta a quattro mani insieme a Mariella Nava: Come mi vuoi.
Raf torna come cantante, e presenta un’affermazione riflessiva, che ancora oggi ripetiamo come domanda: Cosa resterà (di questi anni 80).
Il ritornello della canzone rassomiglia molto alla strofa di Una rosa blu di Michele Zarrillo (Festival di Sanremo del 1982, sezione “Aspiranti”).
Tullio De Piscopo arrivò 10° con E allora e allora.
Francesco Salvi si presentò al Festival con Esatto! Un anno prima aveva ottenuto un grandissimo successo con C’è da spostare una macchina.
Entro l’estate del 1988, il comico sardo Benito Urgu presentò lo spettacolo Visitors, introdotto dalla stessa canzone, in cui, però, il testo e il titolo cambiano: C’è da spostare una pecora. La stessa canzone fu ripresentata nello spettacolo Chi l’ha visto l’ha visto.
Ma torniamo all’anno 1989, e al Festival di Sanremo. Non so voi, ma io quando vedo Peppino Di Capri vicino un pianoforte m’immagino che canterà Champagne. Invece nel 1989 presentò una canzone intitolata Il mio pianoforte, che si aggiudicò il 14° posto.
C’era anche un altro napoletano, il ragazzone ultrasettantenne Renato Carosone, con la canzone Na canzuncella doce doce.
Al 21° posto troviamo Scusa cantata e scritta da Fred Bongusto.
Al 22° e al 23° posto troviamo che iniziano con “Se”: Se me lo dive prima e Se non avessi te. La prima era di Enzo Jannacci: una canzone che ricordava l’altro suo lavoro, quello del dottore. E la canzone parlava anche del proprio “lavoro”. Ricordava anche l’altra passione del cantante milanese: il calcio.
Ricordate che nei due anni precedenti Paola Turci aveva vinto nella sezione Nuove Proposte? Nel 1989 non fu fatta cantare fra i Big. Fu inserita nel gruppo degli emergenti (e naturalmente vinse), contrapposto a un terzo gruppo, i nuovi. Chi vinse tra i nuovi? Mietta. Ne riparleremo sicuramente nel prossimo articolo della nostra rubrica.
Parliamo degli ospiti, naturalmente stranieri. Abbiamo l’israeliana Ofra Haza e Nick Kamen (inseguito da tutte le ragazzine), Elton John (inseguito da qualcun altro), Ray Charles e Dee Dee Bridgewater (alcuni di loro torneranno anche nel 1990 come cantanti in gara).
Sopra abbiamo citato un racconto della Bibbia. E la Bibbia fece parte del numero presentato dal Trio Marchesini Solenghi Lopez. Solenghi si travestì da “San” Remo (teneva in mano un remo) e con i colleghi intonò una litania nella quale citarono brani della Bibbia, tenendo una specie di Messa della canzone italiana.
Gigi Sabani è famoso come attore e, in particolare, imitatore. Ma al Festival provò a presentare una canzone, e fu La fine del mondo.
Gli autori di Eros Ramazzotti presentarono Adesso tu (Parte 2). Il vero titolo della canzone, presentata dai Ricchi e Poveri, è Chi voglio sei tu.
Agli amanti delle paste dolci non deve essere andata giù Il babà è una cosa seria.
Dopo aver fatto innamorare Garibaldi, Sergio Caputo decise di ricominciare, e presentò Rifarsi una vita.
Chiudiamo con questa battuta dichiarata da Mia Martini, legata sicuramente alla sua canzone del 1989: