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Le unità SSD hanno rivoluzionato il mercato: sono ampiamente utilizzate per ridare vita a pc di qualche anno ma anche in pc nuovi.
Sorge la domanda: serve ottimizzare una unità che di per se è molto veloce?
La risposta è si, vediamo prima come funzionano, come monitorarne la salute e come ottimizzare Windows 10!
Come funzionano le unità SSD
Le unità SSD sono basate su memoria FLASH ed un controller, solitamente hanno dimensioni di 2,5′ con un interfaccia da 3 o 6 gb/s. I vantaggi di queste unità sono la maggiore velocità rispetto agli hard disk tradizionali, il peso di gran lunga inferiore e la minor quantità di calore generato.
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Oltre a questo, non necessitano di manutenzione ordinaria come la deframmentazione, operazioni che negli hard disk tradizionali poteva comportare alcune ore per il suo svolgimento.
Ci sono, però, alcune cose da sapere: la più importante è che questo tipo di unità hanno una soglia di scritture massimo. Come controllare quindi questo parametro?
Come monitorare lo stato del nostro SSD
Ci sono molteplici strumenti utili allo scopo, per la maggior parte fornite direttamente dal produttore dell’unità: come ad esempio la Samsung Magician, SSD Life o Corsair Toolbox.
Con uno di questi strumenti (come molti altri reperibili nel web) possiamo verificare i dati finora scritti con l’unità, lo stato generale del prodotto e lo stato dello SMART.
Inoltre, se non configurata dal produttore, è utile creare una partizione di over-provisioning, il quale spazio viene usato come memoria tampone dove vengono memorizzati temporaneamente i dati mentre il controller esegue le operazioni di cancellazione dei blocchi di flash NAND, prepara blocchi liberi per l’uso futuro e “muove” i dati per assicurare un livello di usura costante a tutte le celle (algoritmi di wear-leveling).
Nello strumento Samsung troviamo la voce apposita, invece in quello fornito da Corsair troviamo la voce “Scorte di riserva”: il concetto è comunque il medesimo.
Ora passiamo alla parte dedicata il sistema operativo, ovvero Windows 10
Come ottimizzare l’SSD in Windows 10
Appena questo tipo di unità erano uscite c’erano sistemi operativi come Windows 7 o anteriori che necessitavano di operazioni manuali per garantire la piena compatibilità nel sistema.
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Una di queste era l’abilitazione del TRIM, funzionalità già attivata nei sistemi con Windows 10.
Un altro passaggio che può essere utile anche in ambiente Windows 10 è il seguente:
- disabilitare il readyboost: WIN + R > digitare “services.msc” e dare invio> individuare, arrestare e disabilitare il servizio Ottimizzazione Avvio
Non sono necessarie altre operazioni, ma per i più pigri abbiamo scoperto un programma che ottimizza l’unità SSD al posto nostro.
Tweak-SSD: uno strumento indispensabile
Si tratta di Tweak-SSD:è una semplice utility che mostra le modifiche ed i settaggi consigliati per la nostra unità SSD!
Basterà installarlo, avviarlo e premere Start SSD Optimization wizard. Come detto numerose volte diverse ottimizzazioni sono svolte in autonomia dal sistema operativo, alcune di esse però possiamo abilitarle/disabilitarle manualmente, come ad esempio l’ibernazione.
Il funzionamento è molto semplice ed è visibile da questa gif:
Ora vediamole in dettaglio.
Ecco che impostazioni è possibile modificare
Nella prima schermata troviamo le voci inerenti le funzionalità Prefetcher e Superfetch, le quali da Windows 8 in poi non vanno toccate in quanto gestite in autonomia da Windows.
Subito sotto troviamo la voce relativa il servizio di ricerca ed indicizzazione, il quale in particolare se usiamo Cortana, va mantenuto attivo e non disabilitato.
Nella seconda schermata troviamo due voci, la prima indica la possibilità di mantenere i file di sistema in memoria (RAM) per ridurre le scritture/letture nell’SSD (dipende da quanta memoria disponete, consigliato almeno 8 GB di RAM) mentre la seconda voce offre la possibilità di forzare Windows a marcare tutta la memoria RAM libera come disponibile per il disk caching, riducendo anche in questo caso le scritture nell’SSD.
Nella terza schermata la voce che più ci interessa è quella relativa la disabilitazione dell’ibernazione, sempre per ridurre gli accessi al disco allo stato solido.
Successivamente troviamo la voce relativa il File Date Stamping (la scrittura dei dati di modifica nei file) e quella del Boot Time Defragmentation ovvero la deframmentazione dei file di sistema usati per l’avvio, operazione non richiesta in un SSD.
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Nella penultima schermata abbiamo le voci inerenti il file di paging (da disabilitare o impostare in forma ridotta in base alla memoria RAM installata) e alla pulizia del file di paging allo spegnimento del sistema, operazione disabilitata per ridurre gli accessi al disco.
Un altro strumento simile è SSD Tweaker disponibile da qui
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