Wannacry miete ancora vittime: fabbrica HONDA bloccata, 55 autovelox infettati in Australia

In questo blog ne abbiamo parlato spesso: la direzione nella quale sta andando l’informatizzazione e il sistema in generale pone l’accento sulla sicurezza informatica e su come siano esposte fragilmente le principali infrastrutture critiche e non.
Un caso eclatante è stato sicuramente l’attacco su vasta scala da parte del ransomware Wannacry, che continua a mietere vittime: è notizia di ieri che Honda è stata costretta ad interrompere la produzione in una propria fabbrica in Giappone, a causa dell’attacco da parte di Wannacry. Sembra che le patch per correggere le vulnerabilità siano state installate da parte del produttore, ma evidentemente non è bastato. 
Honda si aggiunge a Renault e a Nissan all’elenco di case automobilistiche che hanno avuto problemi con Wannacry. 
La produzione è stata interrotta per qualche ora, attualmente il regime di produzione si è normalizzato. 
Un altro caso singolare e simbolo di quello che potrebbe accadere, è l’infezione di 55 videocamere poste ai semafori (probabilmente degli autovelox) che è successo in Australia, nello stato di Victoria; sembra che l’infezione sia dovuta all’intervento umano da parte di alcuni tecnici che hanno usato una chiavetta USB infetta. 
Questo causava il riavvio ogni pochi minuti delle videocamere le quali però continuavano a rilevare e a segnalare le infrazioni stradali, infatti le autorità hanno indicato che le multe emesse in quel lasso di tempo sono rimaste valide. 
La situazione conferma quanto siano evidenti le vulnerabilità intrinseche delle nostre infrastrutture e che è urgente porvi rimedio integrando maggiori componenti e funzioni di sicurezza, onde evitare spiacevoli situazioni che possono anche comportare situazioni di gravità elevata. 

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