Da oltre 20 anni, Internet è diventata una piazza virtuale contenente un mercato giornaliero, che comprende piccole bancarelle e grandi centri commerciali. Molti continuano a diffidare dagli acquisti online, specialmente da negozi fuori Europa (e, ora, anche semplicemente oltremanica). Perché?
Da una parte, si devono affidare dati personali (nome, cognome, indirizzo, carta di credito) a negozi e banche virtuali, dall’altra i negozi offline spesso non riescono a essere all’altezza delle mega offerte online.
Pensate, per esempio, al recente Amazon Prime Day, che ha offerto prodotti molto costosi (centinaia di Euro) al 50% di sconto o più. Non per niente Amazon è considerato il miglior negozio al mondo, e non solo per gli ottimi prezzi ma anche per l’affidabilità e l’assistenza.
Eppure, ci sono dei problemi che spesso non sono menzionati. Ve ne illustro alcuni.
Frodi
Quanti clienti hanno acquistato un prodotto, per poi scoprire che nella confezione c’era un mattone oppure nulla! Se da un lato alcuni venditori online sono fraudolenti, a volte il problema si presenta durante il percorso di consegna: presso la dogana di alcuni Paesi, purtroppo, il personale non è molto affidabile; inoltre, anche i dipendenti di alcuni corrieri, a volte, aprono le confezioni. È pertanto difficile capire che cosa non ha funzionato. Di solito, chi ci rimette? Il venditore, che riceve delle valutazioni molto basse, anche se non è colpevole. Inoltre, lui è costretto a risarcire il cliente in denaro e rinviando lo stesso prodotto (immaginatevi che cosa significa se è molto costoso!). In contemporanea, fatica a farsi risarcire dal servizio di trasporto utilizzato.
Esiste, però, un altro genere fraudolento: il cliente. Sì, alcuni clienti riescono a volte a farsi inviare due o tre esemplari dello stesso pacco, grazie ad alcuni “trucchi del mestiere”. Magari affermano che hanno ricevuto un pacco vuoto; affermano di non averlo ricevuto; o trovano altri sistemi. Non sempre è sufficiente il consiglio del venditore, ossia fare una fotografia al pacco davanti al corriere, oppure alla firma della consegna scrivere qualcosa che indichi che il pacco è arrivato danneggiato. Infatti, basta dire al venditore che il corriere se ne è andato sùbito oppure che il pacco è stato consegnato a un vicino (non autorizzato) oppure che è stato appoggiato sulla cassetta postale, senza nemmeno permettere di firmare! Queste cose succedono, e alcuni clienti ne approfittano.
Non stiamo consigliando come imbrogliare i negozi online, ma stiamo illustrando alcuni problemi che si presentano negli acquisti.
La lingua
Un altro problema si può presentare facendo acquisti da negozi stranieri. Se non si conosce l’inglese, possono già iniziare i primi problemi, ma che dire se il negoziante parla solo cinese, coreano, giapponese, romeno, ebraico, ecc.? È vero, si possono utilizzare i traduttori online automatici, ma non sempre è sufficiente. A volte, il rivenditore stesso non conosce l’inglese, e si avvale di un traduttore automatico, inviando messaggi via email o chat tradotti male. Noi, a nostra volta, tentiamo di fare tradurre dal traduttore dall’inglese all’italiano, e troviamo un minestrone di parole incomprensibile.
Già ne parlammo nell’articolo dedicato nell’articolo dedicato al Cube iWork10 Flagship. Per una serie di incomprensioni, ho dovuto ordinarlo ben tre volte, da altrettanti negozi cinesi, perché i primi due avevano fornito informazioni intraducibili. Ma vi racconto un altra storia.
Ricordate l’articolo dedicato al raffreddamento dell’estate? Orbene, qualcuno ha ordinato uno dei mini-frigo. Rispetto la data di consegna indicata da Amazon (che, fra l’altro, cambiava in continuazione), erano passate alcune settimane, e ancora non aveva ricevuto nulla. Allora ha chiamato il venditore, cinese. Una volta risarcito, il mini-frigo è arrivato. Allora li ha chiamati perché giustamente voleva pagarli! Gli hanno inviato i dati per il pagamento via email, ma anche un secondo mini-frigo. In sostanza, il venditore richiedeva messaggi in inglese o in cinese, il cliente, invece, li sapeva scrivere soltanto in italiano. Analizzando i messaggi scambiati fra cliente e venditore, si è scoperto che quest’ultimo aveva capito che né il denaro né il mini-frigo era arrivato. Pertanto, ha deciso di risarcire il cliente, rinviando il mini-frigo.
Nessun traduttore automatico permetteva di far capire che il prodotto era arrivato doppio. Il cliente ci ha dovuto rinunciare, per non ritrovarsi la casa piena di mini-frigo!
I tempi di consegna
Che bello entrare in un negozio con l’idea di fare un acquisto, e tornare a casa col nuovo prodotto! Che brutto, però, scoprire che il prodotto costa troppo! Online l’abbiamo trovato scontato del 40%. Orbene, che facciamo? Sembra scontato: lo acquistiamo online. Ora, però, sorge un problema: i tempi di consegna!
Alcuni negozi garantiscono una consegna rapida, altri, invece, possono richiedere anche diversi mesi! E se poi sbagliano il prodotto?
Guardate che cosa mi è successo dopo un mese d’attesa. Il prodotto ricevuto non so che cosa fosse, ma non era quello. Finalmente, dopo un totale di 3 mesi e mezzo, il prodotto giusto è arrivato.
Questo succede perché i prodotti acquistati fuori della Comunità Europea devono essere sottoposti al controllo della dogana, e lì restano per lunghi periodi, senza avvertire fra l’altro il ricevente. Non solo, ma quest’ultimo può anche scoprire, sempre senza essere avvertito in anticipo e dopo un’attesa lunga qualche mese, che il prodotto è sottoposto a tassa.
Di solito, il negozio che garantisce la consegna più rapida, è Amazon, a patto di scegliere prodotti della serie Prime oppure Plus. La consegna può avvenire addirittura in giornata o entro 24-48 ore (secondo dove si abita). In alcuni luoghi Amazon ha iniziato a consegnare anche nei weekend e, addirittura, sta cercando di ottenere il permesso per consegnare tramite robot volanti (droni).