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Lo Studio Gainax ha segnato un’epoca dell’animazione giapponese con opere iconiche, ma la sua parabola si è chiusa con una bancarotta nel 2024, lasciando un’eredità controversa fra successi e scandali interni.
Nascita e primi successi
Fondato nel 1984 da un gruppo di studenti dell’Università di Tokushima, tra cui Hideaki Anno, Studio Gainax nasce come circolo di appassionati di computer grafica e giochi. Debutta con il videogioco per PC-88 Kai no Bouken, ma esplode nel 1990 con Nadia: Il mistero della pietra azzurra, serie TV che vince prestigiosi premi come il Tokyo Anime Award. Questo successo catapulta lo studio fra i nomi di punta dell’anime.
Picco con Neon Genesis Evangelion
Il capolavoro assoluto arriva nel 1995 con Neon Genesis Evangelion, diretto da Hideaki Anno. La serie rivoluziona il mecha genre mescolando robot giganti, psicologia profonda e temi esistenziali, diventando un fenomeno culturale globale con manga, film, merchandise e reboot come Rebuild of Evangelion. Gainax consolida la fama, producendo anche FLCL (2000), cult surreale di Kazuya Tsurumaki.
Opere successive e declino
Negli anni 2000, Gainax realizza successi come Gurren Lagann (2007), epopea mecha epica di Hiroyuki Imaishi, e Panty & Stocking with Garterbelt (2010), comedy volgare e stilizzata. Tuttavia, scandali interni emergono: accuse di molestie e cattiva gestione, con key staff come Anno che lascia per fondare Studio Khara nel 2014. Le produzioni calano, con flop e dipendenza da outsourcing.
Bancarotta e eredità
Nel maggio 2024, Gainax dichiara bancarotta per debiti cronici e mancanza di IP redditizie dopo la cessione di Evangelion. Gli asset passano a Khara e altri studio, con il marchio disciolto. L’eredità resta immensa: Gainax ha influenzato generazioni di anime, ma il suo crollo evidenzia i lati oscuri dell’industria, fra burnout creativo e abusi non affrontati.