Come sono cascato nel mani del consumismo- recensione Moto Tag

Da un titolo del genere, le aspettative di questa recensione sono già molto basse. Il Moto Tag si presenta come un accessorio pensato per chi teme di smarrire oggetti importanti, promettendo di localizzarli in pochi istanti grazie a tecnologie di tracciamento e funzioni smart. Dopo un paio di settimana di utilizzo intenso, tra prove all’aperto e in ambienti interni, emergono luci e ombre che ne definiscono il reale valore.

Localizzazione all’aperto

All’esterno il Moto Tag riesce a svolgere la sua funzione principale, ma con prestazioni che oscillano tra momenti convincenti e altri frustranti. Nei test effettuati in diversi contesti – dal centro città a zone periferiche e parchi – il dispositivo è stato in grado di fornire una posizione utile per orientarsi, ma raramente con la precisione che ci si aspetterebbe da un localizzatore moderno.

Anche lasciandolo completamente fermo, la posizione rilevata tendeva a “saltare” di decine di metri (a volte km), generando un raggio di ricerca talvolta così ampio da includere interi isolati. Questo fenomeno, oltre a rallentare le operazioni, può creare confusione quando si cerca un oggetto in un’area affollata o con molti punti di riferimento simili.

La rete “Find My Device” rappresenta un supporto importante: durante le prove ha fornito aggiornamenti della posizione ogni 2-6 minuti, un intervallo sufficiente per oggetti statici ma non ideale se l’oggetto è in movimento o se si vuole intervenire rapidamente. In scenari reali, come la simulazione di uno zaino “dimenticato” in un bar, il tempo di aggiornamento ha permesso di ritrovarlo, ma con un margine di incertezza che richiedeva comunque un’ulteriore ricerca manuale.

Prestazioni in ambienti interni

Se all’aperto il Moto Tag riesce comunque a fornire un supporto di base, in ambienti chiusi le sue debolezze diventano molto più evidenti. La connessione con lo smartphone è spesso lenta e instabile: in più di un’occasione, durante le prove, il dispositivo non è riuscito a collegarsi affatto, costringendo a ripetere più volte il tentativo. Questo ritardo si traduce in un’esperienza frustrante, soprattutto quando si ha la necessità di localizzare rapidamente un oggetto in casa o in ufficio.

Il comando per farlo suonare, pensato per facilitare la ricerca, non è sempre affidabile. Anche quando il segnale acustico parte (perché non è detto che parta), il volume è sorprendentemente basso: se il tag è nascosto sotto un cuscino, dentro una borsa o in un’altra stanza, il suono diventa quasi impercettibile, riducendo drasticamente l’utilità della funzione.

La tecnologia UWB (Ultra Wideband) da poco implementata con un aggiornamento firmware (l’unico sul mercato con questa funzionalità), che potrebbe offrire una localizzazione molto più precisa e indicazioni direzionali, è sfruttabile solo con un numero limitato di smartphone di fascia alta.

In assenza di questa compatibilità, l’app si limita a fornire un’indicazione generica di prossimità (“vicino” o “lontano”), senza suggerire la direzione da seguire. Questo significa che, in spazi complessi o affollati di oggetti, la ricerca diventa un processo di tentativi ed errori, poco pratico e spesso lungo.

Funzioni extra

Oltre alla localizzazione, il Moto Tag offre alcune funzioni aggiuntive pensate per aumentare la sua utilità quotidiana, ma che nella pratica si rivelano limitate e condizionate da diversi fattori. La prima è il doppio click sul tag per far suonare il telefono: un’idea utile, soprattutto quando lo smartphone è nascosto tra i cuscini del divano o dimenticato in un’altra stanza.

Tuttavia, questa funzione è vincolata a due condizioni precise: l’app Moto Tag deve essere aperta in primo piano e sia il tag che il telefono devono essere connessi via Bluetooth. Ciò significa che la distanza operativa è molto ridotta e, se anche solo uno di questi requisiti non è soddisfatto, il comando non funziona.

La seconda funzione è lo scatto remoto di foto con un singolo click sul tag, utile per selfie o foto di gruppo senza dover toccare lo smartphone. In questo caso, però, la compatibilità è ancora più ristretta: la funzione è disponibile solo con smartphone Motorola. Nel nostro test, utilizzando un dispositivo compatibile, lo scatto è avvenuto senza problemi e con una buona reattività, ma resta un’opzione che esclude la maggior parte degli utenti Android e tutti quelli iOS.

In sintesi, le funzioni extra del Moto Tag sono potenzialmente comode, ma la loro reale utilità è fortemente limitata da vincoli tecnici e di compatibilità. Per diventare un vero valore aggiunto, queste opzioni dovrebbero essere più universali e meno dipendenti da condizioni specifiche, così da ampliare il bacino di utenti che può sfruttarle appieno.

Prezzo e considerazioni finali

Il prezzo è di circa 30 euro (lo si trova anche sui 27 in offerta su amazon) e rende il Moto Tag interessante per chi vuole provare un localizzatore smart senza spendere troppo. Tuttavia, la precisione della localizzazione, le difficoltà in ambienti interni e le funzioni extra poco universali mostrano che il prodotto ha ancora margini di miglioramento significativi prima di poter essere considerato una soluzione davvero affidabile.

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