Produttori di chip richiamati in USA

May 3, 2018 Santa Clara / CA / USA - Intel sign located in front of the entrance to the offices and museum located in Silicon Valley, south San Francisco bay are

Negli ultimi anni, la geopolitica è divenuta gradualmente più cruciale nell’equilibrio globale della produzione di semiconduttori, una filiera fondamentale per l’industria tecnologica moderna. La crescente tensione tra Stati Uniti e Cina, accompagnata da preoccupazioni riguardanti la sicurezza nazionale e l’integrità della catena d’approvvigionamento, ha posto in primo piano l’importanza strategica di riportare la produzione di chip negli Stati Uniti. Questi componenti non solo alimentano una vasta gamma di dispositivi elettronici, dai computer ai telefoni, ma sono anche di fondamentale importanza per settori strategici come quello militare e della difesa. Negli ultimi anni, gli Stati Uniti si sono trovati a fronteggiare sfide d’indubbio peso, tra cui l’aumento della dipendenza da fornitori esteri, come Taiwan e la Cina, paesi che controllano gran parte della produzione globale di semiconduttori.

Nel contesto appena descritto, il governo degli Stati Uniti ha deciso d’affrontare proattivamente queste vulnerabilità strategiche, lanciando un invito alle principali aziende tecnologiche, come Apple, Nvidia e AMD, affinché considerino una rapida re-localizzazione della produzione di chip nel territorio americano. Con la suddetta iniziativa ci si vuole assicurare una maggiore sicurezza sugli approvvigionamenti, ma anche a stimolare l’innovazione e la competitività del settore tecnologico statunitense, in un momento in cui la leadership globale in campo tecnologico è sempre più contestata.

L’importanza dei semiconduttori nel mondo moderno non può essere sottovalutata. Questi componenti, noti anche come chip, sono il cuore pulsante della tecnologia contemporanea, fondamentali per una vasta gamma di dispositivi e applicazioni.

Dall’elettronica personale, come smartphone e computer, fino all’automazione industriale, i semiconduttori sono essenziali per il funzionamento di sistemi complessi e per il progresso tecnologico. Essi governano non solo i dispositivi di consumo, ma anche applicazioni critiche nei settori della sanità, dei trasporti e della difesa.

Altra considerazione da riportare, a proposito della produzione di semiconduttori, è la dipendenza degli Stati Uniti da Taiwan, particolarmente dal gigante della fonderia Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC). Tale azienda è attualmente uno dei principali fornitori di chip per una varietà di settori tecnologici, inclusi smartphone, computer e dispositivi per l’IA.

La TSMC produce semiconduttori per molte aziende americane, tra cui Apple, Nvidia e AMD, e gli Stati Uniti risultano in tal maniera in ampia quota dipendenti dalle capacità produttive di Taiwan. Trattasi d’una dipendenza che è stata ulteriormente esacerbata dalla scarsità globale di chip, innescata da determinati fattori tra i quali ha capeggiato la pandemia di COVID-19, che ha interrotto le catene d’approvvigionamento e fatto crescere vertiginosamente la domanda di componentistica elettronica.

Oltre a TSMC, altre fonderie asiatiche, come Samsung in Corea del Sud e GlobalFoundries, sono anch’esse preponderanti nella catena di produzione globale. Per contro, la predominanza di Taiwan nel settore dei semiconduttori pone una serie d’interrogativi riguardanti la sicurezza e la stabilità dell’approvvigionamento. In un mondo in cui la tecnologia è fondamentale per la competizione economica e militare, la dipendenza da un unico Paese per la produzione di semiconduttori avanzati comporta rischi da non ignorare, e neppure sottovalutare.

Questi rischi sono accentuati dalla crescente tensione geopolitica tra gli Stati Uniti e la Cina. Taiwan è considerata da Pechino una provincia rinnegata, e l’isola è al centro di una disputa geopolitica che potrebbe intensificarsi nel corso del tempo. La Cina, dal proprio canto, ha mostrato segni d’assertività nei confronti di Taiwan, alludendo anche a possibili azioni militari per unificare l’isola al continente. Un eventuale conflitto in questa regione potrebbe interrompere gravemente la produzione di semiconduttori, con inevitabili conseguenze devastanti per l’economia globale, compresa quella statunitense.

In risposta a queste vulnerabilità, gli Stati Uniti hanno iniziato a prendere provvedimenti a scopo di far calare la propria dipendenza da Taiwan e altre fonderie asiatiche. L’adeguamento della legislazione, come il CHIPS Act, è funzionale a incentivare l’investimento nella produzione di semiconduttori sul suolo statunitense, a promozione della ricerca e della produzione locale di chip. Tali iniziative esercitano una forte influenza, se si vuole costruire un ecosistema di semiconduttori più resiliente, in grado di sostenere le imprese americane senza dover dipendere esclusivamente da fornitori esterni.

Negli ultimi anni, il ruolo del Governo degli Stati Uniti nella produzione di chip per computer si è fatto avvertire sempre, particolarmente alla luce delle interruzioni della supply chain globali e della crescente competizione tecnologica con paesi come la Cina. Nello stesso contesto, è venuto in essere il CHIPS Act, una legge fondamentale nel conferire energia alla produzione locale di semiconduttori.

Il CHIPS Act, approvato nel 2021, contempla un investimento di oltre 52 miliardi di dollari per incentivare la ricerca e la produzione di semiconduttori negli Stati Uniti. Gli obiettivi principali della legge comprendono il finanziamento della costruzione di nuove fabbriche, l’incentivazione di investimenti privati nel settore e la promozione della cooperazione tra aziende, università e istituti di ricerca. La legge cerca di ridurre la dipendenza degli Stati Uniti da fornitori esteri e garantire una catena d’approvvigionamento nazionale più resiliente.

Illustrazione Washington DC hi-tech smart city background, in 3D rendering

Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti si occupa della mediazione tra le esigenze delle aziende tecnologiche e le necessità nazionali. Una delle sfide più avvertite consiste nel trovare un equilibrio tra gli interessi del settore privato e le strategie di sicurezza nazionale. Il Dipartimento sta lavorando attivamente, nell’ottica di facilitare la collaborazione tra le imprese e il governo, promuovendo investimenti in ricerca e sviluppo, ma anche monitorando le tecnologie sensibili che potrebbero avere implicazioni per la sicurezza.

Allo stesso modo, il Dipartimento del Commercio ha avviato iniziative per raccogliere dati sulle capacità produttive e sulle esigenze dei fornitori di semiconduttori, di modo da identificare lacune e aree sulle quali intervenire. Parliamo di un approccio proattivo avente sì il fine di dare nuovo impulso alla produzione locale, ma va anche oltre, così da raggiungere la condizione secondo cui le aziende statunitensi possono competere efficacemente a livello globale. Per mezzo delle misure poste in essere, il governo cerca di supportare un settore essenziale per l’economia e la sicurezza nazionale.

Nel contesto della continua evoluzione del settore tecnologico e della produzione di semiconduttori, l’incontro tra Gina Raimondo, Segretario al Commercio degli Stati Uniti, e Pat Gelsinger, CEO di Intel, ha catturato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica. L’incontro, avvenuto nel 2023, ha assunto una portata determinante per il tema trattato, e la relativa importanza travalica il dialogo intercorrente tra i due leader, e giunge a ricomprendere le sue ampie implicazioni nel panorama industriale americano e globale.

Nel corso dell’incontro, Raimondo e Gelsinger hanno affrontato una serie di temi cruciali sulla competitività degli Stati Uniti nel settore dei semiconduttori. L’incontro ha avuto luogo in un momento in cui l’industria dei semiconduttori stava già attraversando il periodo di sfide senza precedenti al quale abbiamo operato riferimento (con, sostanzialmente, la crescente domanda di chip, le interruzioni della catena d’approvvigionamento e la crescente rivalità con paesi asiatici).

Gina Raimondo ha menzionato l’importanza della produzione nazionale di semiconduttori, con riferimento alla strategia del governo statunitense d’incentivare la produzione domestica attraverso il CHIPS Act, atto legislativo contemplante investimenti piùù che consistenti al fine di sostenere le aziende americane nel migliorare le capacità produttive detenute. Da parte sua, Pat Gelsinger ha condiviso la visione di Intel per il futuro, ed ha descritto i piani dell’azienda a potenziamento della propria tecnologia di produzione e della leadership nel settore dei chip.

Uno dei temi centrali della discussione è stato vertente sull’importanza della collaborazione tra il governo e l’industria privata. Entrambe le personalità hanno alfine concordato sulla necessità di formare una forza lavoro altamente qualificata, onde sostenere la crescita dell’industria. Così come, nella conversazione, si è discusso anche sull’importanza d’investire in ricerca e sviluppo per mantenere la competitività tecnologica degli Stati Uniti.

L’incontro ha posto all’attenzione del pubblico dei nodi da affrontare, rappresentativi delle preoccupazioni immediate di Intel, come delle aspirazioni più ampie per l’intero settore. Si è affermata l’idea che il governo degli Stati Uniti abbia il dovere di promuovere la produzione interna, ma anche arrivare alla realizzazione d’un ambiente favorevole per l’innovazione.

Dall’incontro si desume, analogamente, la crescente pressione su aziende come Intel. Negli ultimi anni, l’azienda ha affrontato diverse sfide, tra cui il ritardo nella produzione di nuovi chip e la perdita di quote di mercato a favore di concorrenti come AMD e NVIDIA. Gelsinger ha sottolineato l’impegno di Intel a ritornare a una posizione di leadership nel settore, e la collaborazione con il governo è vista come qualcosa di cui non poter fare a meno per ottenere il suddetto obiettivo.

Va poi valutata la questione della sicurezza nazionale e della sovranità tecnologica. Con l’aumento delle tensioni geopolitiche, la produzione domestica di semiconduttori è divenuta priorità strategica, non soltanto per motivi economici ma anche per la sicurezza nazionale. L’interesse comune di Raimondo e Gelsinger nell’affrontare dette problematiche riflette una consapevolezza condivisa delle sfide del mondo moderno.

Intel si trova ad affrontare una serie di pressioni considerevoli. Il settore dei semiconduttori è in continua evoluzione, con tecnologie che si sviluppano rapidamente e la concorrenza che cresce a vista d’occhio. L’azienda ha riconosciuto la necessità d’adattarsi rapidamente alle dinamiche in fase di svolgimento. Ciò comporta sicuramente un miglioramento nella tecnologia di produzione e nella progettazione dei chip, ma altresì l’implementazione di metodi produttivi più efficienti e sostenibili.

Il passaggio dall’architettura di chip tradizionali a soluzioni più avanzate, come i chip basati su architetture a basso consumo energetico e ad alta prestazione, è una delle sfide che l’azienda si ritrova a dover affrontare. Intel è sotto pressione per mantenere il passo con concorrenti che stanno innovando a una velocità impressionante, e questo richiede investimenti di veramente ampia portata in ricerca e sviluppo, ad un livello che probabilmente non ci si potrebbe permettere a livello della singola industria, ma serve per l’appunto una sinergia.

L’azienda deve affrontare le richieste crescenti di trasparenza e responsabilità da parte di consumatori, degli investitori e dei regulatori. Parliamo, sul punto, del rispetto di standard ambientali e sociali, e di una maggiore attenzione alla diversità e inclusività nel proprio modello di business. La pressione è quindi duplice: sul fronte tecnico, per innovare e migliorare i prodotti, e su quello etico, per adattarsi alle aspettative della società.

NVIDIA, leader nel settore delle tecnologie grafiche e dell’intelligenza artificiale, sta adottando una strategia proattiva in risposta alle sfide globali della catena approvvigionante e alle crescenti richieste di chip. L’azienda ha annunciato piani per espandere la propria capacità produttiva negli Stati Uniti, il che riflette la volontà d’avvicinare la produzione ai mercati di consumo e di ridurre la dipendenza da fabbriche situate all’estero, in particolare in Asia.

L’apertura verso la produzione domestica non si limita ad una questione di localizzazione geografica, ma anche di controllo della qualità e della sicurezza della fornitura. Investendo in strutture negli Stati Uniti, NVIDIA può garantire standard elevati e una maggiore rapidità nella risposta alle esigenze del mercato.

La flessibilità di fabbricazione è un altro pilastro della strategia di NVIDIA. L’azienda collabora con diversi partner produttivi, tra i quali si trovano TSMC e Samsung, con la finalità relativa alla diversificazione delle sue fonti di fornitura. La rete di collaborazioni in oggetto, consente a NVIDIA d’adattarsi con disinvoltura ai cambiamenti delle condizioni di mercato, e di ottimizzare i costi di produzione. La capacità di produrre chip, su diverse piattaforme tecnologiche e in vari stabilimenti, conferisce a NVIDIA un vantaggio competitivo, consentendole di reagire efficacemente alle fluttuazioni della domanda.

L’impegno di NVIDIA per una produzione più locale, in coerenza col richiamo operato dal Governo degli Stati Uniti, unitamente alla sua flessibilità operativa, sono strategie che fanno fronte alle sfide attuali.

AMD (Advanced Micro Devices) è uno dei principali attori nel settore della produzione di chip elettronici, specializzandosi in processori per computer, schede grafiche e soluzioni per data center. Fondata nel 1969, l’azienda ha attraversato varie fasi evolutive, riuscendo a sfidare colossi come Intel e NVIDIA grazie a innovazioni tecnologiche e a una strategia di mercato aggressiva. Oggi, AMD è riconosciuta per via dei suoi processori Ryzen e della serie EPYC per i server, elementi che competono direttamente con i prodotti dei concorrenti, tra performance elevate e un’efficienza energetica competitiva.

L’elemento chiave del successo recente di AMD è da rinvenire nella capacità di stabilire collaborazioni strategiche. Un esempio da citare è la partnership con Microsoft e Sony, con cui ha fornito le soluzioni grafiche per le loro console di gioco, Xbox e PlayStation. Sono collaborazioni ad ampliamento della sua presenza nel mercato del gaming, e che hanno poi rafforzato il marchio AMD quale fornitore di tecnologie all’avanguardia.

La relazione tra Apple e TSMC (Taiwan Semiconductor Manufacturing Company) assume importanza estrema, ai sensi delle strategie di produzione dell’azienda di Cupertino, tanto che in TSMC troviamo oggi il principale fornitore di semiconduttori per i dispositivi Apple. La partnership in questione consente ad Apple d’avere accesso a tecnologie all’avanguardia per la produzione di chip, come i processori della serie A e M, utilizzati in iPhone, iPad e Mac.

La collaborazione assicura a Apple un vantaggio competitivo, dovuto al fatto che TSMC è leader nell’innovazione e nella miniaturizzazione dei circuiti. La stessa azienda riesce a produrre chip sempre più performanti ed efficienti. Inoltre, l’affidabilità di TSMC nella gestione delle fabbriche e nella qualità dei processi produttivi dà modo ad Apple di mantenere elevati standard di qualità nei prodotti, con innegabile calo dei rischi di approvvigionamento.

La partnership strategica tra Apple e TSMC ha avuto un impatto fortemente sentito sull’industria tecnologica, col conferimento ad Apple un vantaggio competitivo notevole. Basti pensare a come TSMC, leader mondiale nella produzione di semiconduttori, abbia concesso ad Apple di sviluppare chip personalizzati ad alte prestazioni, come la serie A per iPhone e iPad e il chip M per i computer Mac.

Sono tutti chipset ottimizzati per le specifiche esigenze di Apple, e progettati col fine di una maggiore efficienza energetica e prestazioni superiori rispetto ai concorrenti. L’accesso precoce alle tecnologie di produzione all’avanguardia di TSMC ha permesso ad Apple d’integrare nuove innovazioni, come la litografia a 5 nanometri, mantenendo un ciclo d’aggiornamenti rapidi e continui.

Da quel che si è constatato, viene fuori una pregnante preoccupazione del governo statunitense riguardo alla dipendenza da forniture di chip estere, a maggior ragione in un contesto geopolitico instabile. Le aziende come Apple, Nvidia e AMD sono state chiamate a intensificare la produzione di chip sul suolo nazionale, in maniera da erogare, tra le altre cose, nuova linfa alla sicurezza nazionale e a far fronte alle interruzioni nelle forniture. Le reazioni delle aziende sono state variegate: sebbene riconoscano l’importanza di una filiera produttiva interna, si sono espresse anche preoccupazioni riguardo ai costi e ai tempi necessari per un’implementazione efficace.

Nella fase critica in corso d’opera, bisogna allora reperire un punto d’equilibrio tra innovazione, sicurezza nazionale e competitività globale. Mentre i provvedimenti atti a incentivare la produzione locale sono basilari alla riduzione delle vulnerabilità strategiche, è altrettanto importante non soffocare l’innovazione che deriva dalla collaborazione globale. Solo passando per un approccio collaborativo si potrà pervenire ad un futuro sostenibile nel settore tecnologico, a preservazione tanto della sicurezza quanto del progresso.

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