L’angolo dei film: Il dolore e la pietà

IL dolore e la pietà. Questo era il titolo di un film della durata di 4 ore e mezza proiettato nella primavera del 1972 in tutti gli Stati Uniti. In modo schietto e ingenuo, documentava il comportamento di alcune persone durante l’occupazione tedesca del loro paese. Un recensore ha affermato che serviva a raggiungere un ottimo scopo:

“Ci costringe a esaminare noi stessi e le nostre supposizioni compiaciute su come ci comporteremmo in un momento di crisi nazionale. … Rischieremmo il dolore, la prigione e la morte per le nostre convinzioni?”.

Molti, di fronte a quella crisi, non lo fecero.

Alla scoperta del film

Il dolore e la pietà (titolo originale: Le Chagrin et la Pitié) è un film documentario franco-tedesco-svizzero realizzato da Marcel Ophüls girato quasi del tutto durante la primavera del 1969. Fu trasmesso per la prima volta nella programmazione tedesca del 1969. Nel 1971 iniziò a circolare nei cinema. Il documentario è ambientato nella città di Clermont-Ferrand durante la Seconda Guerra mondiale.

Inizialmente in Francia non fu ben accolto dall’Office de radiodiffusion-télévision française (ORTF), un ente nazionale di radiotelevisione pubblica francese che fu attivo fra il 1964 e il 1974. Era l’equivalente della nostrana RAI. Il suo rifiuto di trasmettere il documentario spinse i produttori a utilizzare le sale cinematografiche.

Sinossi

Scena che compare all’inizio del documentario e che mostra l’imprenditore cinematografico ebreo Bernard Natan sotto processo in Francia per frode intorno al 1936.

Partendo dallo studio del caso di Clermont-Ferrand, il film riporta le cronache della vita della cittadina francese fra il 1940 e il 1944. Il film estende il suo contenuto fattuale a tutta l’Alvernia ma comprende anche delle testimonianze di personalità che ebbero un ruolo importante durante la guerra (militari, statisti, testimoni chiave) o altri che parteciparono attivamente agli eventi. Non tutti gli intervistati si trovavano necessariamente a Clermont-Ferrand né nel territorio dell’Alvernia.

Con una durata di oltre quattro ore, il film, girato in bianco e nero, è composto di interviste e di frammenti video dell’epoca, presentate senza commento, realizzate sotto il controllo della propaganda del regime di Vichy. Fa eccezione il penultimo video, che conteneva un’intervista cinematografica a Maurice Chevalier, in inglese e destinata al pubblico americano, in cui si discutono le accuse mosse contro la sua collaborazione con i tedeschi.

Maurice Chevalier, cantante e attore

Dopodiché seguono immagini relative alla Liberazione accompagnate dall’ironico ritmo musicale di una gioiosa canzone.

Sono anche inclusi una scena del film Süss l’ebreo del 1940 e un estratto dei titoli di coda.

Una scena del film Süss l’ebreo (1940)

La morale

Oggi la maggior parte delle persone non deve affrontare una crisi nazionale che ponga questioni così vitali. Ma tutti sono coinvolti in un conflitto tra le forze del bene e quelle del male.

Possiamo essere grati di essere stati dotati sin dalla nascita del libero arbitrio. Cosa significa? Che siamo in grado di comprendere la differenza fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e siamo liberi di scegliere di farci governare dall’uno o dall’altro.

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