Smart Working: il più antico mestiere dell’uomo?

Nell’immaginario collettivo, la prostituzione è ‘il mestiere più antico del mondo’. Ma è davvero così? Così dice la storia? Come vedremo in questo articolo, forse il mestiere più antico del mondo è un altro: lo smart working.

La parola inglese “smart” è utilizzata oramai da tanti anni per indicare dispositivi elettronici avanzati, dotati di qualche forma di Intelligenza Artificiale. Comunque, “smart” in inglese significa “capace”, “attivo”, “brillante”, “alla moda”. Secondo il vocabolario Treccani.it, il significato corretto in italiano è “raffinato, elegante”. Quando è associato a oggetti elettronici può indicare anche l’intelligenza, come indicato dal seguente esempio riportato nello stesso vocabolario: “Smart card”, cioè “carta intelligente”.

Visto che “smart” ha diversi significati, Google Traduttore e Microsoft Translator, probabilmente i traduttori online più utilizzati, non offrono più una traduzione di “smart working”.

Nell’ultimo anno, a causa della pandemia da coronavirus, l’espressione “smart working” è diventata sinonimo di ‘lavoro da casa’ (in inglese: “Work from home; working home”). In questo articolo ci concentreremo su questo significato, e noteremo come ha sempre accompagnato la vita dell’uomo sin dai suoi primordi.

Uno dei riferimenti più antichi allo smart working si trova nel libro biblico della Genesi. Infatti, vi si legge che, prima della creazione dell’uomo, “sulla terra […] non c’era nessuno che la coltivasse” (Genesi 2:5). Poi si legge: “Dio piantò un giardino in Èden, verso oriente, e vi mise l’uomo che aveva formato” (Genesi 2:8).

Questi due versetti indicano che al primo uomo, appena creato, furono dati una casa e un terreno da coltivare. Così, con la nascita dell’uomo, nacque anche il lavoro da casa. Visto che, all’inizio, Adamo era perfetto, era anche l’uomo più “capace, attivo, brillante e alla moda” dell’epoca. Era anche il più intelligente di tutti (anche se poi accettò stupidamente di mangiare il frutto proibito).

Il libro della Genesi riferisce che i primi lavori svolti dagli esseri umani erano la coltivazione della terra e la pastorizia. Ma nel 4° capitolo riferisce i nomi dei primi inventori umani:

  1. Iabàl inventò le tende e l’allevamento del bestiame. Probabilmente fu il primo nomade della storia (ma non fu un membro dei Nomadi che cantava Io vagabondo).
  2. Iubàl inventò i primi strumenti musicali: “La cetra e il flauto”.
  3. Zilla fu il primo fabbro della storia.
Bottega di speziale, 1380-1390, “Tacuinum Sanitatis”, BNF, Paríigi

Per gran parte della storia, la quasi totalità dei lavori è stata svolta in casa. Per esempio, saltando in avanti di qualche millennio e raggiungendo il Medioevo, scopriamo che era normale vivere sopra la propria bottega. Inoltre, i figli imparavano il mestiere dal proprio padre. Pertanto, lo smart working ha caratterizzato l’uomo per quasi tutta la sua esistenza.

Con la Rivoluzione Industriale (oltre 250 anni fa), tutte le abitudini lavorative cambiarono. Nacquero le prime industrie, o fabbriche. I capifamiglia non lavoravano più nei campi attorno alla propria casa né nella propria bottega, ma andavano a lavorare in fabbrica. Un po’ alla volta, i padri smisero di trasmettere il proprio mestiere ai propri figli.

L’esperimento francese

Durante gli anni ’80 del secolo scorso, una cittadina francese fece un esperimento, stabilendo le basi per lo smart working moderno. Ogni famiglia che vi abitava ricevette un computer connesso alla rete cittadina. In quel periodo Internet era ai suoi primordi e le potenze di calcolo dei computer erano ben lontane da quelle raggiunte dai dispositivi elettronici di oggi.

Prima di far partire quel progetto, fu fatto qualche calcolo. Ogni giorno i lavoratori passavano da 2 a 4 ore in automobile, in treno o in autobus per recarsi al lavoro e per tornare a casa. Fu ipotizzato che, svolgendo il lavoro da casa, i benefici sarebbero stati diversi. Eccone alcuni:

  • Il traffico sarebbe diminuito
  • L’inquinamento sarebbe diminuito
  • Le famiglie sarebbero diventate più unite (grazie a quelle 2-4 ore da passare in casa)
  • I weekend sarebbero stati più piacevoli

Com’è andata? Riflettete: negli ultimi 40 anni, quando avete sentito parlare di smart working? Quando è stato incoraggiato? Solo nell’ultimo anno! A quanto pare, nonostante i migliori propositi, quell’esperimento non riuscì.

Che dire dell’ultimo anno? Quando nel marzo 2020 iniziò il lockdown, obbligando un numero di persone a lavorare da casa, gli esperti dissero che i risultati sarebbero stati gli stessi previsti nell’esperimento francese. Com’è andata?

Separazioni e divorzi sono continuati in questo periodo. I maltrattamenti in famiglia non sono stati eliminati. Le famiglie non sono diventate più unite. Tensioni dovute al terrore provocato dalla malattia, hanno portato più problemi che altro. Durante il lungo lockdown, psicologi e psichiatri hanno riprogettato il proprio lavoro per cercar di aiutare i nuovi depressi da coronavirus.

Tornando, però, all’obiettivo del nostro articolo, possiamo dire che siamo tornati a svolgere il mestiere più antico del mondo: lo smart working!

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