Ero bambino. Ricordo che in casa, la mia mamma ascoltava per tutto il giorno la stessa canzone, Italia. Non vinse il Festival di Sanremo secondo gli italiani, ma secondo mia madre, sì. Era il 1988. Andiamo a scoprire il Festival del 1988.
- Perdere l’amore – Massimo Ranieri
- Emozioni – Toto Cutugno
- L’amore rubato – Luca Barbarossa
- Andamento lento – Tullio De Piscopo
- Cielo chiaro – New Trolls
- Come per miracolo – Alan Sorrenti
- Come un giorno di Sole – Zarrillo
- Dopo la tempesta – Marcella
- Era bella davvero – Drupi
- Il mondo avrà una grande anima – Ron
- Inevitabile follia – Raf
- Io – Loredana Berté
- Io (per le strade di quartiere) – Franco Califano
- Italia – Mino Reitano
- La prima stella della sera – Matia Bazar
- Le notti di maggio – Fiorella Mannoia
- Le tue chiavi non ho – Nino Buonocore
- Ma che idea – Denovo
- Mi manchi – Fausto Leali
- Nascerà Gesù – I Ricchi e Poveri
- Nella valle dei Timbales – Figli di Bubba
- Nun chiagnere – Peppino di Capri
- Per noi – Fiordaliso
Al primo posto troviamo Massimo Ranieri, con la canzone Perdere l’amore. Avrà perso l’amore, ma non il Festival. È sicuramente una delle più belle canzoni del suo repertorio. Questa canzone, inoltre, ha ricevuto 2 milioni di voti in più rispetto Si può dare di più. E il vincitore non solo ha dato ma era proprio il Massimo che dava di più! Come lui stesso ammise, però, aveva perso anche le parole. Infatti, durante l’esibizione dell’ultima serata, aveva dimenticato alcune parole della sua canzone.
Al secondo posto abbiamo ancora una volta Toto Cutugno, con la canzone Emozioni. Non va confusa con quella di Lucio Battisti. Come autore, Cutugno vinse anche il 13° e il 23° posto.
Intanto che Massimo Ranieri vinse ‘perdendo l’amore’, Luca Barbarossa presentò “L’amore rubato”. Si tratta di una canzone che racconta con molto tatto la storia di una ragazza violentata. Non era una canzone d’amore, ma di sensibilizzazione. La canzone era introdotta da un suono di pioggia, che aumentava il coinvolgimento con il racconto cantato.
Al quarto posto abbiamo la canzone che diventò il tormentone estivo del 1988, Andamento lento di Tullio De Piscopo. Ovunque si vedevano gli italiani ballarla.
Nelle posizioni successive troviamo Cielo chiaro e, Come per miracolo, abbiamo Come un giorno di sole e Dopo la tempesta. Anche il 1988 ebbe un tema portante nelle sue canzoni: il meteo! Inoltre, nelle posizioni dalla numero 7 alla numero 11, tutti i cantanti si presentarono con il solo nome (senza il cognome) o con un nome d’arte. Da notare, inoltre, che nei primi 7 posti si leggono solo nomi maschili (i magnifici 7 cantanti italiani?).
Drupi arrivò 9° con Era bella davvero. Fu seguito da Ron con Il mondo avrà una grande anima (che è anche una grande canzone).
E Raf si presentò con la sua Inevitabile follia. Gli fu inevitabile l’undicesimo posto. Comunque, anche questa è una stupenda canzone. In precedenza aveva partecipato al Festival come autore. Nel 1987 aveva ‘dato di più’ agli altri, nel 1988 fu “inevitabile” per lui partecipare dando di più con la sua voce.
Come spesso succede, i titoli delle canzoni potrebbero far coinvolgere gli ascoltatori e, in particolare, quelli che devono votare. Infatti, al 12° posto troviamo Io (nota anche come Io, sì io) e, al successivo, Io (per le strade di quartiere). La prima fu presentata da Loredana Bertè, la seconda da Franco Califano.
Dopo “le strade di quartiere”, troviamo, al 14° posto, quelle dell’Italia cantata da Mino Reitano. La canzone fu scritta da Umberto Balsamo. Come detto sopra, fu un successo. Mino Reitano la cantava con una voce tenorile. Quell’anno forse fu cantata e ascoltata più de Il Canto degli Italiani (Fratelli d’Italia) e il Va, pensiero, sull’ali dorate messe insieme. Almeno a casa mia.
I Matia Bazar cantarono La prima stella della sera. Ma non ottennero un successo stellare. Si fermarono al 15° posto.
Dopo la sera, seguono Le notti di maggio di Fiorella Mannoia, che vinsero il primo della critica.
Di nuovo, al 18° posto, troviamo un nome singolo, ma si tratta di un gruppo: i Denovo.
Fausto Leali mancò il primo posto, ma anche tutti i successivi, e arrivò 19° con Mi manchi. Comunque, resta una delle più belle canzoni italiane.
Il Festival, si sa, è un’esclusiva della RAI. Lo era anche nel 1988. Quell’anno in particolare fu vietato ai cantanti di far sentire le loro canzoni in emittenti televisive della concorrenza. Così, in Finivest risolsero invitando i cantandi a fischiarle. Risultò che i cantanti furono più bravi delle cantanti a fischiare.
Una cantante fu sfortunata. Presentò Una bella canzone, ma non arrivò in finale. Era Flavia Fortunato. La canzone era stata scritta da Mario Lavezzi.
Anche Francesco Nuti non arrivò in finale. Aveva presentato Sarà per te. In seguito, anche Mina l’ha incisa.
Renzo Arbore tentò di partecipare al Festival con la band come ospite, ma fu rifiutato essendo italiano. L’anno precedente era stato rifiutato un altro italiano, Adriano Celentano. Oggi, invece, i cantanti con decenni di carriera alle spalle o che hanno avuto un successo internazionale, posso presentarsi come ospiti (o come conduttori e organizzatori del Festival).
Beppe Grillo ricevette 350 milioni di Lire per avviare una finta campagna politica durante il Festival. All’epoca faceva ancora il comico e conduttore televisivo. Introdusse la prima serata del Festival urlando: “Pippo Baudo […] apre la trentottesima edizione del Festival”. Poi aumentò la voce e aggiunse: “Ve lo meritereste!”.
Aldo Biscardi, invece, tenne il Processo al Festival, sulla falsa riga del suo Processo del Lunedì, per processare i cantanti (gli imputati) con le loro canzoni e i giornalisti (gli accusatori). Era presente anche una giuria (im)popolare, composta da 4 direttori di settimanali e dall’allora ministro del Turismo e dello Spettacolo, Franco Carraro. Naturalmente il giudice era Biscardi, mentre ai cantanti fu affidato Sandro Paternostro quale avvocato.
La vincitrice delle nuove proposte fu Paola Turci. Anche l’anno precedente era stata una nuova proposta vincitrice. Negli anni successivi è riuscita a salire di grado.